Il tamoxifene è un farmaco utilizzato per contrastare la crescita dei tumori

Il letrozolo è particolarmente efficace nelle donne in cui le ovaie hanno smesso di produrre estrogeni. Se il tumore risponde bene al tamoxifene, il trattamento può essere continuato per un periodo di tempo più lungo. Altri fattori che possono influenzare la durata del trattamento includono l’età del paziente, la presenza di altre condizioni di salute, la tolleranza del paziente al farmaco e la presenza di effetti collaterali. Esistono numerosi studi su cellule e animali che dimostrano che la curcumina presente nella curcuma può migliorare l’efficacia del tamoxifene. Tuttavia, i supplementi di curcumina possono interferire con il trattamento con tamoxifene perché potenzialmente forniscono curcumina a dosi farmacologiche (piuttosto che a dosi chemiopreventive).

6 Gravidanza e allattamento

Il tamoxifene viene utilizzato per trattare alcune forme di tumore al seno, sia femminili sia maschili. È necessario consultare lo specialista per valutare l’opportunità del proseguimento o della sospensione del trattamento o di eventuali modifiche dello stesso. Nel trattamento a lungo termine, gli effetti collaterali segnalati sono meno frequenti o meno gravi rispetto a quelli osservati con androgeni ed estrogeni impiegati per il trattamento della stessa patologia. Prima dell’inizio del trattamento dovrà pertanto essere esclusa una possibile gravidanza.

2 Proprietà farmacocinetiche

In una serie di test di mutagenesi in vitro e in vivo tamoxifene non si è dimostrato mutageno. In studi a lungo termine con tamoxifene, sono stati riportati tumori delle gonadi nel topo e tumori epatici nel ratto; non è stata stabilita la rilevanza clinica di queste osservazioni. In pazienti in trattamento con tamoxifene sono stati riportati comunemente disturbi sensoriali (inclusi parestesia e disgeusia).

Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Tamoxene?

  • La conseguenza è una proliferazione pur in presenza di concentrazioni molto basse di ormoni maschili.
  • Questo farmaco è di vitale importanza per molte donne, poiché può ridurre significativamente il rischio di sviluppare un nuovo tumore al seno nel seno opposto o nel medesimo seno dopo un intervento chirurgico.
  • Gli effetti collaterali più comuni includono vampate di calore, nausea, alterazioni del ciclo mestruale e aumento di peso.
  • Esploriamo gli effetti del tamoxifene, un farmaco antiestrogeno utilizzato nel trattamento del cancro al seno, e le sue possibili complicazioni.
  • Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi).

Altri studi hanno mostrato che il tamoxifene può ridurre il rischio di sviluppare un nuovo cancro al seno dell’80%. La ricerca continua per capire meglio come il tamoxifene funziona e come può essere utilizzato in modo più efficace nel trattamento del cancro al seno. Gli effetti collaterali più comuni includono vampate di calore, nausea, alterazioni del ciclo mestruale e aumento di peso.

Durante il trattamento, è importante monitorare attentamente il paziente per individuare tempestivamente eventuali effetti collaterali e per valutare l’efficacia del farmaco. Il trattamento ormonale è comunque un’arma preziosa per ridurre il rischio che la malattia diagnosticata in fase iniziale si ripresenti dopo un trattamento locale. Inoltre, può essere utile a ridurre i sintomi della malattia in stadio avanzato, rallentando o fermando la crescita delle cellule tumorali. In questi casi gli ormoni riescono in genere a controllare il tumore della prostata per diversi anni.

In particolare, gli inibitori del citocromo P450, come alcuni antidepressivi (fluoxetina, paroxetina), possono ridurre la trasformazione del tamoxifene in endoxifene, limitando così la sua efficacia. Allo stesso modo, i farmaci che aumentano l’attività del citocromo P450, come la rifampicina, possono accelerare il metabolismo del tamoxifene, riducendo i suoi livelli ematici. Infine, alcuni farmaci, come l’estradiolo, possono competere con il tamoxifene per il legame con i recettori degli estrogeni, riducendo l’effetto antiestrogeno del farmaco. In letteratura è stata riportata l’interazione farmacocinetica con gli inibitori del CYP2D6, mostrando una riduzione del 65-75% dei livelli plasmatici di una delle forme più attive del farmaco, ovvero l’endoxifene. In alcuni studi è stata riportata una riduzione dell’efficacia di tamoxifene somministrato in associazione con alcuni antidepressivi inibitori selettivi del reuptake della serotonina (per esempio paroxetina). Dato che non si può escludere una riduzione dell’effetto di tamoxifene, si deve evitare quanto più possibile la contestuale somministrazione di potenti inibitori del CYP2D6 (per esempio paroxetina, fluoxetina, chinidina, cinacalcet o bupropione – vedere paragrafi 4.4 e 5.2).

Ricordate, tuttavia, che ogni paziente è unico e che il trattamento deve essere personalizzato in base alle sue specifiche esigenze e condizioni. Il Tamoxifene, uno dei farmaci utilizzati durante la terapia ormonale, aumenta il rischio di patologie a carico dell’endometrio, la mucosa che riveste internamente l’utero e che nel periodo fertile di una donna si sfalda durante il ciclo mestruale. Ne sono colpite circa il 75% delle donne, in particolare da polipi dell’endometrio (chi assume il farmaco ha un rischio che è pari al doppio di una donna ancora fertile o in menopausa) o da tumori all’endometrio.

L’inibizione dell’aromatasi può aiutare a ridurre la produzione di estrogeni, mitigando così la crescita del tessuto mammario. Ciò potrebbe migliorare notevolmente la qualità di vita dei pazienti affetti da questa condizione. La terapia ormonale per il tumore dell’endometrio non è un’opzione terapeutica efficace in tutte le pazienti, ma solo in casi specifici. Nei tumori al primo stadio, se la donna è ancora in età fertile e desidera avere dei figli, solo in alcuni casi selezionati per preservare la fertilità si utilizza una spirale al progestinico così da evitare o rimandare l’asportazione dell’utero.

Lupus eritematoso cutaneo è stato osservato molto raramente in pazienti trattate con TAMOXENE. Raramente è stato osservato un aumento di volume di cisti ovariche in pazienti trattate con TAMOXENE. TAMOXENE è stata associata a variazioni dei livelli degli enzimi epatici e a un quadro di più gravi anormalità epatiche, in alcuni casi fatali, tra cui fegato steatosico, colestasi ed epatite, insufficienza epatica, cirrosi e danno epatocellulare (compresa necrosi epatica). Crampi alle gambe e mialgia sono stati comunemente riportati in pazienti in terapia con TAMOXENE. Il Prof. Massimo Vergine è un chirurgo senologo con oltre 30 anni si esperienza nel campo della chirurgia oncologica della mammella, impegnato ogni giorno a ridare speranza e forza alle donne che affrontano il difficile percorso della malattia al http://womans-soul.com/parabolan-un-analisi-approfondita-5/ seno. È la più grande banca dati delle informazioni su farmaco e parafarmaco italiana.Per ogni prodotto farmaceutico e parafarmaceutico è disponibile la posologia, il modo d’uso, la composizione ed ilprezzo di acquisto negli ecommerce e nei negozi online.

Alcuni effetti collaterali sono attribuibili all’azione anti-estrogenica del farmaco; vampate di calore, perdite ematiche vaginali, secrezione vaginale e prurito vulvare. È stato riscontrato che i seguenti alimenti (o componenti principali) aumentano gli effetti del tamoxifene nel trattamento del cancro al seno . Questi includono l’età, lo stato di salute generale, la presenza di altre condizioni mediche, l’uso di altri farmaci e l’orario di assunzione.

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